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Il gruppo della deposizione allestito per il venerdì santo nella chiesa della SS. Trinità e S. Vincenzo Confessore consta di quattro statue lignee.
La più antica è sicuramente quella del Cristo morto databile intorno alla fine del XVI sec.; c'è poi quella della Madonna Addolorata del 1691 ed infine i due manichini raffigu­ranti S. Giovanni e Maria Maddalena, artisticamente di minor pregio e riconducibili alla metà dell'ottocento.
Il simulacro del Cristo si presenta disteso con la testa reclinata sulla spalla destra; sulla fronte, sul collo, sul costato, sulle mani e sui piedi ci sono varie ferite dalle quali sgorga molto sangue. Ha un braccio composto sul petto mentre l'altro è steso lungo il corpo.
In occasione della Settimana Santa del 2000 un incendio si sviluppò proprio sotto il palco, danneggiando parzialmente le statue.
Il loro restauro, coordinato dalla soprintendenza di Pisa, nella persona della Dott.ssa Severina Russo, è stato eseguito dalla sig.ra Veronica Hartman Tagliolini che gentilmente ci ha fornito le schede descrittive del lavoro svolto.
   

 

Il gruppo ligneo

Foto Morescalchi

  1. SS.MADONNA ADDOLORATA



Stato generale prima del restauro:

La statua della Madonna Addolorata appartiene al gruppo scultoreo della rappresentazione del Cristo morto. La Madonna, datata 1691, ed il Cristo sono di pregevole fattura, mentre San Giovanni e Maria Maddalena, sono due manichini, presumibilmente costruiti nel diciannovesimo secolo.
L'incendio del 21 Aprile 2000 ha distrutto il vestito della Madonna e danneggiato non seriamente la parte destra della statua.
Un nastro adesivo applicalo precedentemente all'incendio teneva ancora insieme i due avambracci.
L'indice destro della mano invece si era staccato.
Le sette spade, non originali, inserite nella scultura, si sono piegate per azione del calore. La parte destra dei capelli si presentava abbastanza danneggiata dalle fiamme, cosi come le mani e parte della pellicola pittorica del volto che risultava raggrumata.
Sulla fronte si notava una lacuna non recente, causata presumibilmente dal peso della corona, applicata durante le processioni.
Numerosi fori di insetti xilofagi si contavano su gran parte del corpo e anche sulla base. Dietro si notava una crepa con sollevamento sia della preparazione che della pellicola pittorica.


Operazioni di restauro eseguite:

La statua è stata messa sotto i vapori del biocida a base di Permetrina per un periodo di circa 15 giorni, successivamente lo stesso prodotto è stato applicato a pennello.
Le parti mobili della statua, dopo la rimozione del nastro adesi­vo, sono state assemblate con perni in legno.
Le parti compromesse dal sollevamento della preparazione e della pellicola pittorica, dopo la preventiva velinatura, sono state consolidate con colletta calda e termocauterio.
Particolare riguardo è stato dato alla fase di pulitura a causa del danneggiamento causato dal fuoco che ha compromesso in parte la pellicola pittorica. Gli incarnati sono stati puliti con dimetilformammide e acetato di amile, in proporzione 1:1, mentre la parte inferiore della statua, imbrattata con la pece, è stato pulita a bisturi.
Le lacune sono state colmate con lo stucco a base di colla di coniglio e gesso di Bologna e reintegrate pittoricamente con colori ad acquarello e a vernice.
Tutta la statua è stata protetta con vernice mat. 


























 

Statua policroma - Anonimo - 1691

Foto Gisberto

Foto Pier Luigi Giannecchini

Statua lignea policroma Autore: Anonimo

CRISTO DEPOSTO

La scultura fa parte del gruppo della Deposizione. Al momento dell'incendio (21/04/200) si trovava adagiata su tre cuscini sopra il palco allestito sull'altare e non è stata investita dal fuoco.
La superficie, soprattutto lungo la gamba destra, mostrava un aspetto differente dovuto forse al contatto con le mani dei fedeli durante le processioni. La scultura appariva poi pesantemente ridipinta; dallanalisi stratigrafica e microchimica si è avuta la conferma delle numerose tinteggiature.

Operazioni di restauro eseguite:
Dopo la disinfestazione a vapore e a pennello contro gli insetti xilofagi, è iniziata la pulitura con microsabbiatrice, per eliminare gli spessi strati di smalti che, colmando i vuoti e arrotondando gli spigoli dell'intaglio, hanno modificato la lettura dell'opera.

La pulitura ha messo in luce la pellicola pittorica abbastanza ben conservata, con qualche vecchia stuccatura sulle braccia, piede, ginocchio e sulla punta della barba.
Le lacune sono state colmate con stucco a base di gesso a Bologna e colla di coniglio e dopo la loro rasatura si è reintegrato con colori ad acquerello e a vernice. La superficie è stata protetta con vernice mat.

 

SAN GIOVANNI E MADDALENA


I due manichini presentano il corpo in paglia rivestito da stoffa, braccia mobili in legno e stoffa tenute insieme da legacci, mentre i piedi, le mani e i volti sono modellati.
Sono stati creati per essere vestiti durante le cerimonie religiose grazie a pregevoli stoffe, veli e parrucche. Mentre i piedi e le mani richiamano nella forma quelli della statua della Madonna e del Cristo, i volti con gli occhi di vetro appaiono di fattura molto più recente.


Il fuoco ha seriamente danneggiato la figura di San Giovanni, bruciando il corpo costituito da paglia e stoffa, risparmiando piedi, mani e parti del volto; invece la figura di Maria Maddalena non presenta alterazione dovute alle fiamme.











Operazioni di restauro eseguite:

Dopo l'analisi microchimica i manichini sono stati disinfestati nelle parti lignee dagli insetti xilofagi sia con l'uso del vapore sia del pennello.
Le parti scolpite sono state pulite con solvente "mista" (Alcool e Essenza di Trementina) neutralizzate con White Spirit.
Le parti bruciate sono state eliminate poi stuccate con una leggera preparazione a gesso di Bologna e colla di coniglio e reintegrate pittoricamente con colori ad acquerello, per essere infine protette con vernice mat.

 

San Giovanni

Maddalena

Foto Claudia