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L’aspetto religioso

Tra passato e presente verso il futuro

In tutta l'esperienza di Dio, dalla notte dei tempi fino ai giorni nostri, non si trova gesto e segno più sconvolgente e a noi vicino, di quello compiuto dal nostro Dio, che per amore non solo si è fatto uomo, ma ha sacrificato se stesso, per donarci la vita, la libertà dal peccato e dal male.
Tutta la storia della salvezza trova il suo apice in Cristo, nel suo mistero pasquale: passione-morte-risurrezione.
Ogni anno la Chiesa si interroga e si confronta con quello che è stoltezza per i pagani e debolezza per gli ebrei, ciò che Dio ha scelto per confondere i poten­ti e i sapienti di questo mondo: la croce di Cristo.
Non solo in ogni celebrazione eucaristica, in ogni situazione di croce quotidiana, ma soprattutto nel grande giorno dove domina solo il Silenzio di Dio, il Venerdì Santo, la Chiesa trova il suo anello nuziale, la dote ricevuta in dono per le proprie nozze con Cristo, la Croce, che da strumento di morte è per noi strumento di risurrezione, promozione, elevazione.
Arriviamo così a guardare a questo giorno così strano, triste, silenzioso, ma così affascinante, attraente per chi crede, spera e ama questo Dio, pazzo d'amore per l'uomo, che pur essendo causa del peccato (in Adamo) e bisognoso di salvezza, si rivela spesso ingrato e lontano dal contraccambiarlo.
Accanto ai riti liturgici, con i quali commemoriamo la Morte di Gesù, e invochiamo su noi i meriti e i benefici di questo, si sono sviluppate lungo i secoli piccole e grandi manifestazione di partecipazione del popolo: Via crucis, Processioni....
Anche Camaiore vive al Venerdì Santo con impegno e suggestione, fin dai tempi antichi, la sua Triennale di Gesù Morto, che non ha da invidiare niente a nessuno, anzi! Ho usato il termine vive la processione, perché sappiamo che i camaioresi non si limitano ad assistere al passaggio del palco con le sacre immagini della deposizione, ma vi è un laborioso prepararsi con l'allestimento di ciò che fa da giusta coreografia al rito, cioè la luminara, dando in questo modo un fascino tutto particolare all'evento.
In molti si domandano se questa manifestazione conservi ancora un signifi­cato religioso oppure si sia ridotta a un fatto prettamente folcloristico. Così ogni anno c'è chi suggerisce di cambiare qualcosa, ma cosa? Magari rendere più sobria la processione, senza i lumini, la banda, l'afflusso di turisti che si accalcano ai lati delle strade. E' un dilemma questo che rimarrà a lungo irrisolto.
A mio parere credo che anche oggi, agli inizi del terzo millennio, sussistano buoni motivi per continuare questa tradizione.
Ecco sei valide ragioni:
1. Perché costituisce una bella sfida. In un' era di secolarizzazione, di svuotamento di valori e principi, questa forma di devozione permette di dare dei segnali forti, pubblici di fede.
2. Perché è un segno di identificazione di una comunità che da sempre si è ritrovata ed è cresciuta, coltivando la propria adesione a Cristo.
3. Perché è un elemento di continuità. La società contemporanea tende a isolare le persone, rendendole opache ed anonime: tutto ciò che ci da identità, ci lega a un passato e ci inserisce in una storia merita considerazione. Questo vale anche per chi vive una esperienza di fede diversa da quella dei propri padri, ma che ugualmente si rifa alla stessa matrice storica.
4. Perché testimonia la fiducia nell'uomo: c'è un popolo che attraverso l'avvicendarsi delle generazioni, si mostra aperto al futuro e lo affronta con speranza, pronto a renderlo migliore grazie al proprio impegno e alla propria testimonianza.
5. Perché è un' occasione per noi credenti per interrogarci sulla croce, sulla necessità di abbracciarla e portarla ogni giorno.
6. Infine perché è una chiara provocazione per chi vi partecipa e per chi vi assiste: quel Gesù che preghi, che porti per le vie, lo manifesti veramen­te, lo vivi in prima persona nella tua vita, nelle cose di tutti giorni?
In definitiva anche la Triennale di Gesù Morto ha un valore e un senso a patto che la si viva con spirito cristiano, fede e preghiera, altrimenti, svuotata del suo significato, sarebbe del tutto inutile: un enorme nulla, vestito e portato in giro.


I Santini






ORAZIONE

Ah! Per quel capo tutto trafitto dalle spine, sarebbe sede dei tesori della sapienza del Padre, fa o Gesù, che la nostra mente non lasci mai pensa






ADDOLORATA
      
O Madre, sorgente di amore,
      fa' ch'io viva il tuo martirio,
      fa' ch'io pianga le tue lacrime.
      Fa' che arda il mio cuore
      nell'amare il Cristo-Dio,
      per essergli gradito.
      Ti prego, Madre santa:
      siano impresse nel mio cuore
      le piaghe del tuo Figlio.

Dalla sequenza della Messa nella Memoria della B. Maria Vergine Addolorata



*** Immagine benedetta da Sua Santità Giovanni Paolo II nel corso   dell'udienza pubblica del 17 marzo 2004, in San Pietro, Roma.




GESU' MORTO
      
O Cristo, nell'ora del mio passaggio
      fa' che, per mano a tua Madre,
      io giunga alla meta gloriosa.
      Quando la morte dissolve il mio corpo
      aprimi, Signore, le porte del cielo,
      accoglimi nel tuo regno di gloria.


Dalla sequenza della Messa nella Memoria della B. Maria Vergine Addolorata